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Oggi

    Qualcuno in Italia sa valorizzare le idee dei giovani?

    A parole le autorità di governo e gli imprenditori ribadiscono continuamente la loro intenzione di valorizzare i giovani e la loro creatività. Però la realtà appare molto diversa e in un certo senso frustante per i nostri "uomini di domani". Ma c'è qualcuno che fa realmente qualcosa per loro?
    Se il valore dell'idea è riferito a prodotti o processi innovativi nei diversi settori, cioè soluzioni o invenzioni che oltre a rendere migliore la qualità della vita potrebbero creare ricchezza, debbo dire che in Italia siamo molto arretrati. I giovani capaci, creativi e ricchi d'ingegno hanno poche possibilità di esprimersi, per mancanza di adeguate strutture. E' un peccato ed è incredibile perché ci sono centinaia di idee ogni anno che potrebbero essere trasformate in soluzioni capaci di dare vita a nuove aziende, eppure queste innovazioni non decolleranno mai. Il motivo? Non ci sono strutture o realtà che aiutino i giovani a perfezionare i loro progetti, a realizzarli, a finanziarli e, infine, a lanciarli sul mercato. La ricerca o l'innovazione sono il principale motore dell'economia, ma questi preziosi motori trovano oggi un veicolo solo presso studi di ricerca e progettazione delle grandi aziende o in situazioni similari e con pochissima ricettività verso l'esterno.
    In questa realtà noi della Adfra abbiamo da anni creato una struttura che riceve ogni giorno inventori per lo più giovani che ci propongono le loro idee, le loro invenzioni e anche un po' le loro speranze, noi valutiamo i loro progetti, li selezioniamo, li assistiamo nell'iter per la concessione del brevetto, li finanziamo e li lanciamo sul mercato, riconoscendo al titolare dell'idea una partecipazione economica sull'eventuale successo dell'iniziativa. Da queste idee e progetti sono poi state create aziende e marchi noti quali "Bullock l'antifurto con le palle". "l'Epilady" e altri che hanno procurato lavoro a centinaia di addetti: Un esempio attuale: Stiamo lavorando da due anni su un'idea fornitaci da un ragazzino poco più che ventenne di Napoli, che ha ideato un nuovo antifurto per motorini che si attiva estraendo la manopola dell'acceleratore, un po' come il frontalino estraibile dell'autoradio. Abbiamo depositato il brevetto di questa idea in tutti i Paesi, abbiamo ingegnerizzato il sistema, creato il prodotto e ora lo stiamo proponendo alle case costruttrici di moto nel mondo per l'installazione di serie, certi che potrebbe ripetere lo stesso successo del frontalino dell'autoradio. Naturalmente ci sono stati anche gli insuccessi, ma questo è insito nella nostra attività.

    Per gli inventori in erba si apre la banca delle idee

    Il vero problema, per un aspirante inventore che ha avuto un'idea brillante, è di muovere i primi passi: verificare utilità e novità della propria invenzione, capire come potrà essere sfruttata, prendere contatto con chi ha i mezzi per farlo, non spendere troppi soldi e non farsi rubare l'idea. Tutto questo si potrà presto ottenere grazie a un'iniziativa di Gianfranco Strocchi, anche lui inventore (è suo Bullock, "l'antifurto con le palle"), che ha varato la Banca delle Idee.
    • Che cos'è. La Banca è costituita da un'équipe di sei specialisti che analizza l'idea per verificarne la reale utilità e fattibilità. L'esame è gratuito. Se le premesse ci sono, si passa alla fase successiva: verificare se esiste già un brevetto depositato per la stessa idea. Una verifica a pagamento che richiede qualche giorno e l'impiego di mezzi informatici. Se l'idea è "libera", si avviano le procedure per il brevetto.
    • Due alternative. Una volta brevettata l'idea, occorre prendere, d'accordo con l'inventore, una decisione di tipo strategico: tentare di avviare la produzione in proprio, dopo aver reperito i capitali necessari, oppure cedere il brevetto a un'impresa in cambio di un pagamento diretto o di una percentuale sulle vendite. In entrambi i casi, la Banca delle Idee è in grado di fornire l'assistenza necessaria.
    Nicola Milillo