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    Con le invenzioni è diventato miliardario

    Gianfranco Strocchi, 41 anni, doveva fare il prete - Ben presto però ha abbandonato il seminario e si è messo a inseguire un sogno: diventare ricco facendo l'inventore - E' riuscito a creare un piccolo impero - Ma la sua più bella avventura è stata quella di aver fatto di un bambino di nove anni un attore.
    Doveva fare il prete, ma aveva il pallino delle invenzioni. Ha lasciato alle spalle la tonaca, si è messo a inseguire brevetti. E con le invenzioni più strane è riuscito a fare i miliardi. Adesso è a capo di un piccolo impero economico.
    Parliamo di un personaggio che tutti in Romagna conoscono e invidiano: Gianfranco Strocchi, 41 anni, nato e residente a Lugo, in provincia di Ravenna.
    Farina del suo sacco è "l'antiturbo", l'alettone di plastica sagomata da applicare alle portiere delle automobili per poter viaggiare con i finestrini abbassati senza essere disturbati dalla turbolenza dell'aria.
    "All'inizio non ci credeva nessuno", dice Gianfranco Strocchi. "Non riuscivo neanche a regalarli. Poi ne ho piazzati addirittura un milione.
    Suo tanto per fare un esempio più recente è l'"antifurto con le palle" che in queste settimane è reclamizzato su giornali e televisione.
    "Sta andando tanto bene" dice  "che adesso, in un'azienda che ho aperto apposta nelle Marche, lavorano a pieno ritmo attorno a questo prodotto 250 persone".
    Gianfranco Strocchi non vuole essere definito un inventore, non gli piace essere paragonato ad Archimede Pitagorico, il simpatico personaggio creato da Walt Disney, che tutti i bambini conoscono e amano.
    "Io", dice Strocchi "preferisco essere considerato un "creativo".Non tutte le ciambelle riescono con il buco, si dice. Il detto vale anche per Gianfranco Strocchi. Con più di un'invenzione ha infatti sbagliato clamorosamente rimettendoci un sacco di soldi e rischiando di finire in miseria. Ma non si è mai arreso ed è sempre riuscito a riprendersi puntando su qualche altra scoperta.
    Ma lasciamo che sia lui stesso a raccontarci le sue avventure e disavventure.
    Eccoci a Lugo, una cittadina in provincia di Ravenna, di circa trentamila abitanti, nel suo modernissimo ufficio.
    Capelli neri e folti con un ciuffo che gli ricade sulla fronte, completo da manager (abito blu, camicia celeste e cravatta rossa a disegni scuri), Gianfranco Strocchi ci accoglie con la cordialità tipica dei romagnoli. Non si fa pregare per raccontare.
    "Sono nato qui a Lugo il 10 novembre 1954" mio padre era agricoltore, mia mamma casalinga. I miei genitori erano molto religiosi. Anche se ero il loro unico figlio, desideravano che mi facessi sacerdote. Per loro sarebbe stata la soddisfazione più grande. Per questo, finite le elementari, mi mandarono a proseguire gli studi in un seminario, il Pio XII di Faenza. Io vi rimasi tre anni, poi mi accorsi di non avere la vocazione chiesi ai miei genitori di riportarmi a casa. Quei tre anni però mi servirono molto. Due messe al giorno, la disciplina, l'obbedienza: imparai cosa vuol dire la libertà. Volevo uscire dagli schemi, fare di testa mia, viaggiare.
    Mi iscrissi all'Istituto tecnico industriale , ma al quarto anno interruppi gli studi e incominciai a lavorare come saldatore in un'officina meccanica".
    In quel periodo alle prese con i vari congegni meccanici, Gianfranco Strocchi capì di avere il pallino delle invenzioni."Mi accorsi però" racconta ancora che non basta avere le idee. Bisogna poi essere in grado di brevettare il proprio prodotto e avere i mezzi per farlo conoscere, lanciarlo sul mercato. Bisogna diventare insomma imprenditori. A 19 anni così, mi misi in società con un mio amico e insieme fondammo un'azienda che esiste ancora, la Co.Ra., per distribuire accessori per auto. L'attività nei primi tempi fu modesta. Poi, ecco l'idea vincente: l'alettone di plastica da applicare alle portiere delle auto in modo da poter viaggiare con i finestrini abbassati  senza essere disturbati dall'aria e dalla pioggia. L'idea, lo confesso non fu mia, ma di due meccanici di Bologna. All'inizio fu dura. Pensammo di regalarlo ai tassisti, sperando che lo facessero conoscere. Ma loro non ne vollero sapere: non lo volevano neppure gratis. Insistemmo. E l'"antiturbo" alla fine ebbe successo. Riuscimmo poi a venderne un milione di pezzi. Mi tuffai, da quel momento, in altri progetti, altre invenzioni. Fui il primo per esempio a mettere in commercio gli alza cristalli elettrici che poi su quasi tutte le auto sono diventati di serie. Non tutto andò a buon fine. Uno dei buchi più clamorosi fu quello della macchina per pelare e friggere le patatine. Si chiamava Chipsy King. Aveva sopra un imbuto nel quale introdurre la patata cruda, con tutta la buccia.  Faceva tutto lei: pochi minuti ed ecco uscire le patatine fritte e croccanti. Riuscii a vendere circa ventimila pezzi a 250 mila lire l'uno. Dopo un po' però incominciarono a manifestarsi guai ai componenti elettronici: per un difetto di progettazione, le macchine impazzivano e bruciavano tutto. Dovetti ritirarle tutte, rimettendoci un sacco di soldi".
    Strocchi sorride di quest'avventura.
    "Quella volta", dice, "me la vidi davvero brutta. Fu un miracolo se riuscii a riprendermi dalla sberla".Le invenzioni messe in commercio da Strocchi non si contano: molte sono ormai nelle case di quasi tutte le famiglie.
    Ma "l'invenzione" che gli ha dato più soddisfazione è....un bambino.
    "Sì è vero" dice "ed è una storia che mi emoziona ancora adesso. Nel 1985 ero in vacanza a Bora Bora. Incontrai una famiglia di Fabriano che stava facendo il giro del mondo in barca a vela. Erano papà, mamma e un figlioletto di 9 anni. Erano in viaggio da cinque anni. Il bambino aveva imparato a scrivere e leggere su una barca, in giro per gli oceani, tra squali e delfini. Mi sembrò, la sua, una storia bellissima e straordinaria da raccontare. I suoi genitori non avevano più soldi per continuare la loro avventura, io li finanziai, chiedendo in cambio di sfruttare commercialmente la storia del loro figlioletto. Quel bambino, Umberto Caglini, divenne un personaggio, un divo della TV. Girò tra l'altro, come protagonista, due film per la televisione:Dagli Appennini alle Ande, con Johnny Dorelli, e Un milione di miliardi, con Giuliani Gemma e Carmen Samaritani..."
    AMA IL RISCHIO
    Strocchi ricorda con piacere quella sua invenzione."Fu un'avventura bella ed emozionante", dice e il risultato fu molto buono. Non aggiunge che versò poi la somma da lui ricavata in beneficenza.
    Sì, Gianfranco Strocchi è un tipo fatto a modo suo: ha il pallino delle invenzioni e degli affari, si entusiasma come un bambino quando qualcuno gli propone un'idea che a lui sembra buona e sa bene, poi, come lanciarla. Ma, più dei quattrini, gli interessa la soddisfazione di aver visto giusto.
    Ama il rischio.
    L'ultimo prodotto che ha lanciato con successo, come abbiamo già accennato, è l'"antifurto con le palle", un congegno da applicare ai pedali delle auto per impedirne i furti.
    "Anche questa volta", ammette "l'idea non è stata mia. E' stata di un signore di Torino al quale i ladri avevano fatto sparire una dopo l'altra, tre macchine. Lui, però, non era in grado di fare conoscere il suo brevetto e lanciarlo sul mercato. Ci ho pensato io e le vendite adesso stanno andando a gonfie vele".
    Gianfranco Strocchi confessa di avere già un giro d'affari per 25 miliardi. Non è certo poco per un ex seminarista figlio di modesti contadini.

    Gaspare Di Sclafani

    Idee geniali cercasi: le trasformerò in oro

    Gianfranco strocchi, 44 anni, è l'imprenditore romagnolo che dal nulla è diventato miliardario sfruttando le invenzioni più originali - Suo è anche l'antifurto più noto per auto - Ora ha varato la nuova iniziativa - Ha fondato una "Banca  delle idee" alla quale può rivolgersi chiunque abbia un'invenzione da sviluppare e lanciare sul mercato - "Un'idea", dice "può valere un tesoro".
    "Un'idea può valere un tesoro". Parola di Gianfranco Strocchi, l'imprenditore romagnolo che con le invenzioni più strane ha creato un piccolo impero. Strocchi studiava in seminario, doveva fare il prete. Non era quella evidentemente la sua "missione": lasciata alle spalle la tonaca, infatti, a un certo punto si è messo a inseguire brevetti e, con le invenzioni più geniali, ha fatto i miliardi. Farina del suo sacco sono, tanto per fare qualche esempio, l'alettone in plastica da applicare alle portiere dell'auto per viaggiare con i finestrini abbassati senza essere disturbati dall'aria, il primo depilatore elettrico che ha permesso alle donne di evitare l'uso della ceretta, le docce massaggianti e, per finire, "l'antifurto con le palle": tutti prodotti venduti in milioni di esemplari.
    Oggi l'intraprendente romagnolo ha varato una nuova iniziativa: ha fondato una "Banca delle idee" alla quale può rivolgersi chiunque abbia un' invenzione che non riesce a realizzare, un brevetto da sviluppare. La "Banca delle idee", tramite un gruppo di esperti, analizza gratuitamente ogni progetto e, se lo giudica buono, ne avvia la produzione e il lancio sul mercato.
    "Ci sono tante persone comuni", dice Gianfranco Strocchi "che hanno trovate geniali per risolvere i problemi più svariati, ma poi non sono in grado di realizzarle. Perché non hanno i mezzi, perché non trovano chi li aiuti o per mille altri motivi. Negli archivi dei vari Uffici brevetti giacciono migliaia di migliaia di progetti destinati a raccogliere solo polvere. Ebbene, lo scopo della "Banca delle idee" è quello di analizzare le varie invenzioni e, se sono originali e innovative, sfruttarle e farle rendere". Di sicuro Gianfranco Strocchi è la persona più adatta per verificare se un'idea è anche una buona idea. Non per nulla è proprio grazie al suo "fiuto" che ha creato una fortuna. "Prendiamo per esempio la macchinetta depilatrice per le signore", dice. "L'ha inventata uno spennapolli israeliano al quale nessuno voleva dar credito. Io, quando ho esaminato il brevetto, ho capito che poteva trasformarsi in affare. E sapete quanti pezzi ne ho poi venduti dal 1991, quando è iniziata la produzione? Cinque milioni".
    Altro esempio del fiuto di Strocchi:il cosiddetto "antifurto con le palle"."E' nato", spiega l'imprenditore romagnolo "dall'idea di un pesarese al quale i ladri avevano fatto sparire una dopo l'altra tre automobili. Lui, però, non era in grado di far conoscere il suo brevetto e lanciarlo sul mercato. Ci ho pensato io e questo antifurto è diventato un prodotto di grande successo, tanto che in tre anni ne sono stati venduti due milioni di esemplari".
    Una sorta di "Re Mida" che trasforma in oro tutto quello che tocca, dunque, Gianfranco Strocchi?
    "Non è proprio così", si schermisce lui. "Anch'io ho fatto degli errori, rimettendoci un sacco di soldi. In genere, però, difficilmente mi sbaglio".
    Ma chi è Gianfranco Strocchi?Come è iniziata la sua carriera di talent scout delle idee? Come ha fatto da seminarista a diventare un imprenditore di successo?
    Folti capelli castani, sguardo vivace, carattere esuberante, Gianfranco Strocchi ha 44 anni e abita a Lugo di Ravenna, "Sono nato in una famiglia modesta", racconta. "mio padre era agricoltore e mia mamma casalinga. I  miei genitori erano molto religiosi e, anche se  io ero il loro unico figlio, volevano che mi facessi prete. Per loro sarebbe stata la soddisfazione più grande. Per questo, finite le elementari, mi mandarono a studiare in un seminario. Io vi rimasi solo tre anni, poi mi accorsi di non avere la vocazione e chiesi ai miei genitori di riportarmi a casa. Mi iscrissi all'Istituto tecnico industriale, ma al quarto anno troncai gli studi e inizia a lavorare come saldatore in un'officina meccanica".
    Fu in quel periodo che Gianfranco Strocchi, alle prese con i vari congegni meccanici, sviluppò il suo interesse per le invenzioni. "Mi accorsi però", racconta ancora "che non bastava avere delle idee. Bisogna essere poi in grado di realizzarle: ossia, brevettare il proprio prodotto e avere i mezzi per farlo conoscere, lanciarlo sul mercato. Bisogna, insomma, diventare imprenditori. A 19 anni, così, mi misi in società con un mio amico e insieme fondammo un'azienda per distribuire accessori per auto. L'attività nei primi tempi fu modesta. Poi, ecco l'idea vincente: l'alettone di plastica da applicare alle portiere delle auto per poter viaggiare con i finestrini abbassati senza essere disturbati dall'aria e dalla pioggia. L'idea fu di due meccanici di Bologna.
    "All'inizio fu dura. Pensammo di regalarlo ai tassisti, sperando che lo facessero conoscere. Ma loro risposero picche: non lo volevano neppure gratis! Non ci demmo per vinti, insistemmo e insistemmo. E alla fine ebbe successo. Riuscimmo poi a venderne tre milioni di pezzi. Mi tuffai da quel momento, in altri progetti, altre invenzioni. Fui il primo, per esempio, a mettere in commercio gli alzacristalli elettrici che poi su quasi tutte le vetture sono diventati di serie. Non tutto andò a buon fine. Uno dei "buchi" più clamorosi fu quello della macchina per pelare e friggere le patate. Aveva sopra un imbuto nel quale introdurre la patata cruda, con tutta la buccia. Faceva tutto lei: pochi minuti ed ecco uscire le patatine fritte e croccanti. Riuscii a venderne ventimila pezzi, a 250mila lire l'uno. Dopo un po', però, iniziarono a manifestarsi guai ai componenti elettronici: per un difetto di progettazione, le macchine impazzivano e bruciavano tutto. Dovetti ritirarle dal mercato una per una, rimettendoci un sacco di soldi.
    Strocchi sorride di questa disavventura. "Quella volta" dice "me la vidi davvero brutta. Fu un miracolo se riuscii a riprendermi dalla sberla".
    DIARIO DI BORDO
    Le invenzioni messe in commercio da Strocchi non si contano: molte sono ormai nelle case di tutte le famiglie. Ma l'invenzione che gli ha dato più soddisfazioni è...un bambino.
    "Si", spiega lui, "è capitato nel 1985. Ero in vacanza a Bora Bora e lì incontrai due coniugi italiani che stavano facendo il giro del mondo in barca a vela con il loro figlio di nove anni. Erano in viaggio da cinque anni, ma pensavano di rinunciare a proseguire perché avevano finito i soldi. Fu una folgorazione. Mi resi conto di aver trovato un "prodotto" davvero eccezionale da lanciare: la storia di quel bambino, Umberto Caglini, che, mentre i suoi compagni andavano a scuola, aveva imparato a leggere e a scrivere su una barca, in giro per gli oceani, tra squali e delfini. Era una esperienza unica da raccontare, tanto più che quel bambino aveva tenuto un diario di bordo. Offrii ai genitori il denaro di cui avevano bisogno per continuare la loro avventura, chiedendo in cambio di sfruttare commercialmente la storia del piccolo Umberto. Così, tornato in Italia, aprii un ufficio apposta e riuscii a smuovere televisioni e giornali. Quel bambino, così, divenne un personaggio, un piccolo divo, girando anche quattro film per la TV, tra cui Dagli Appennini alle Ande con Johnny Dorelli, e Un milione di miliardi, con Giuliano Gemma e Carmen Sanmartini. Gianfranco Strocchi si emozione ancora al ricordo di quel successo. "Fu un'avventura bella ed emozionante", dice.
    In realtà per Strocchi la vita è un'avventura. Ha il pallino delle invenzioni (altrui) e degli affari. Si emoziona come un bambino quando qualcuno gli propone un'idea e a lui sembra buona e sa bene, poi, come lanciarla. Ma più dei quattrini, gli interessa la soddisfazione di aver visto giusto.
    Di prodotti di successo, come abbiamo già detto, ne ha lanciati molti. Ora punta le sue carte sulla "Banca delle idee". "In Italia", dice, "le doti di genialità e di inventiva non sono protette dalle istituzioni, come accade invece negli Stati Uniti, ma si disperdono nei rivoli degli Uffici brevetti perché non esistono organismi in grado di valorizzarli. Anche certe trasmissioni televisive che dovrebbero servire a far conoscere e a lanciare inventori e invenzioni lasciano poi delusi, perché mirano in realtà solo a fare spettacolo. Per questo ho deciso di lanciare la "Banca delle idee", con il proposito di valutare ogni anno oltre cinquemila invenzioni e brevetti, per realizzare poi le proposte migliori. 
    L'investimento previsto, per i primi cinque anni, è di 40 miliardi. Grazie alla "Banca delle idee", sfruttando le invenzioni che si riveleranno utili e fattibili, Strocchi conta se tutto va bene, di lanciare ogni anno sul mercato almeno due nuove imprese, con un fatturato che fra una decina d'anni dovrebbe aggirarsi sui mille miliardi, consentendo di dare lavoro a circa duemila persone. Inventori, dunque, attenzione: se avete l'idea giusta, ora sapete a chi rivolgervi.

    Gaspare Di Sclafani